giovedì 2 febbraio 2017

IL RITORNO DEL DISCO IN VINILE

Nell'industria musicale ormai dominata da iTunes, Spotify e dal digitale in generale ci si era quasi arresi all'idea che ci sarebbe stato un abbandono rapido ma doloroso di quello che erano negozi di CD e vinili. Forse però ci si sbagliava!
L'immaterialità della musica digitale rende impossibile vendere i supporti originali, così che il ritorno del disco in vinile sta avendo un riscontro molto apprezzato dai più appassionati di dischi e dai collezionisti.
La Entertainment Retailers Association ha annunciato che in Gran Bretagna la vendita del vinile ha superato quello della musica digitale: 2.5 milioni di sterline contro 2.1 milioni.
E' sicuramente in continua espansione soprattutto tra le realtà musicali che si auto-riproducono, come piccole etichette o artisti legati alla scena musicale underground che è sempre più in crescita negli ultimi anni, mettendo sul mercato copie limitate.
Secondo i dati della Fimi (Federazione industria musicale italiana), lo scorso anno in Italia i CD venduti hanno subito una diminuzione del 22%, mentre gli LP hanno fatto registrare un aumento del 46%; negli USA tra il 2011 e il 2012 le vendite sono aumentate del 17,7%, raggiungendo 4 milioni di copie vendute.
I motivi  di questo meritatissimo ritorno possono essere svariati, uno è dovuto sicuramente alla resa sonora dello stesso; al fascino che crea il supporto fisico, all'ascolto più attento che l'LP imporrebbe e con il fatto che il vinile non possa essere scorporato in svariate playlist porta al fatto di doverlo ascoltare nella sua interezza, doverlo percepire con l'intenzione con cui è stato fatto: raccontare una storia.
Chiaramente non è da sottovalutare il fatto che la digitalizzazione ha prodotto un radicale cambiamento del business dell'industria discografica.
Non si parla infatti di un abbandono dell'mp3, ma dell'utilizzo di entrambi.
Non si può negare il fatto che la comodità dell'mp3 è senza eguali, potendo ascoltare ovunque ed in qualunque momento la canzone desiderata, cosa che chiaramente con il vinile non ci si avvicina nemmeno lontanamente avendo bisogno per l'appunto di un giradischi che, ovviamente, non ha le dimensioni di un iPod!
Le persone che hanno reso possibile questa ''rinascita'' sono come sempre una parte più ristretta avendo comunque un costo più elevato e le vie di riproduzione hanno comunque un costo che, variando a seconda della qualità, possono arrivare a prezzi molto alti.
Probabilmente dopo il ''boom'' della novità, in questo caso parlando di mp3 e ''musica portatile'', gli occhi hanno smesso di luccicare di emozione per questo progresso e le orecchie hanno iniziato a sentire la mancanza di quel suono a cui si era sempre stati abituati.
Ed effettivamente, vedendo i numeri di copie vendute in continuo aumento negli ultimi anni non è stato un pensiero di pochi.
Ci stiamo evolvendo in una realtà che andrà sempre più veloce, ma la musica è senza età e senza tempo, e con la guerra tra comodità e qualità credo che il fascino di passare il dito su quelle copertine colorate, scegliersi un buon disco e ascoltarselo dall'inizio alla fine sarà un qualcosa che non morirà mai.



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